Alla mia nonnina

Alla mia nonnina: "C'è una poesia nel tempio, incisa nella pietra, intitolata "la mancanza". Ci sono solo tre parole ma il poeta le ha cancellate perché la mancanza non si può leggere, si può solo avvertire "

lunedì 12 settembre 2011



La strada che va in città
di Natalia Ginzburg
pagine 70 Il Sole 24 ore
Negli anni venti del Novecento fratelli e sorelle nelle famiglie numerose della piccola provincia italiana si contendono gli spazi,i piatti,i vestiti,i sogni,la vita, ma non basta, appena possono, appena riescono a conquistare un posto di lavoro o un marito: fuggono.
La città rappresenta per tutti la speranza di una vita migliore,lontano da stanze che puzzano di sterco di gallina, di madri che si consumano denti e capelli, che a quaran’anni sembrano vecchie decrepite, di padri che s’inventano mille lavori per racimolare pochi soldi,ma soprattutto per stare lontano dalla moglie e dai figli. La protagonista del romanzo,spera di “finire” come la sorella Azalea, sposata ad un uomo che in città le fa fare la vita da signora e magari farsi anche l’amante; questo sogno potrebbe realizzarsi perchè Giulio, il figlio del medico del paese, si è invaghito di lei, ma c’è Nini, il cugino cresciuto con tutti loro, l’unico della famiglia con il quale ha diviso pane e sogni che la preoccupa. C’è un segreto che Nini custodisce nel proprio cuore, sta emergendo dalle profondità del suo animo come un tesoro ritrovato per puro caso nelle acque limacciose del fiume dove fin da bambini nuotavano spensierati, ma si sa, le acque dei fiumi nascondono anche insidie.

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