L' oro dei Medici
Pagine
Alla mia nonnina
Alla mia nonnina: "C'è una poesia nel tempio, incisa nella pietra, intitolata "la mancanza". Ci sono solo tre parole ma il poeta le ha cancellate perché la mancanza non si può leggere, si può solo avvertire "
mercoledì 29 settembre 2010
lunedì 27 settembre 2010
Harley....
Non sono un grande appassionato di moto ma questa comprata dal mio amico e collega Davide è davvero favolsa, elegante e non eccessivamente grande... davvero bellissima... COMPLIMENTI :-)
venerdì 24 settembre 2010
riso pilaf con porri e osso buchi
al limone e con funchi carote e sedane due ricette davvero veloci da fare e buonissime .
La serata è stata davvero super incasinata perche' c'era anche la prova sfilata quindi passavamo dalla pettorina agli abiti da indossare domenica per la manifestazione in centro a Padova per la città della speranza...
Dobbiamo sfilare.... che sacrificio e che fatica essere belli....
martedì 21 settembre 2010
La mano di fatima
Ieri ho appena terminato La mano di Fatima di Ildefonso Falcones... circa 900 pagine avvincenti ambientate nella Spagna del sud tra il 1540 ed il 1610. Al di la' della trama che vede come protagonista in un turbinio di vicende quasi boccacciane di alterna fortuna il morisco Hernando Ruiz da Silva, cristiano nuovo di Juviles, il romanzo si presta ad una molteplicità di interpretazioni data la sua natura di novella storico - religiosa. Ed in effetti ciò che mi ha colpito di piu' è stata non tanto la trama quanto gli spunti di lettura e di ricerca, riflessione che un libro come questo può suscitare. Indipendentemente dal fatto che la trama possa piacere o meno o addirittura essere in alcuni punti lievemente lenta, sicuramente il punto focale di un testo deve essere la sua capacità di motivare il lettore ad effettuare delle considerazioni e delle ricerche collaterali, che in questo caso senza dubbio scorrono senza argini. La lotta tra l'ideologia cristiana e quella musulmana si pone al centro del romanzo, un tema attuale e vivo che ci fa considerare come quando si parla di fondamentalismo religioso in realtà non bisogna pensare solo e semplicemente all'islam ma anche al cristianesimo che ad alterni periodi si macchia di gravi atrocità quanto quelle che in nome di altre religioni sono state compiute. I moriscos spagnoli nel corso del 1500 vengono massacrati, perseguitati, bruciati e arsi al rogo fino alla completa espulsione dalle province spagnole per patire nel corso del secolo la schiavitù' e i soprusi che vengono compiuti in nome del Dio della carità e della misericordia. Allora se di tolleranza si vuol parlare bisogna porsi in modo davvero autocritico ed umile nei confronti della diversità ieri come oggi. Come questo esempi di persecuzione nei confronti degli eretici ve ne sono stati tantissimi nel corso della storia a partire dal IV secolo d. C. ad Alessandria d'Egitto dove i cristiani uccidono e scacciano i pagani, gli idolatri, arrivano persino a bruciare la biblioteca di Alessandria d'Egitto e si accaniscono come belve su Ipazia, grande matematica, astronoma e filosofa, trascinandone le membra per la città e poi dandole al rogo come descrive lo stesso Toland John nel suo libro (oppure per chi non è amante della lettura basta guardare il film Agorà). O ancora per citare un altro esempio si pensi alla strage degli ugonotti durante il regno di Caterina dei Medici regina di Francia.
altro punto a favore del libro è l'avermi introdotto alla conoscenza della religione islamica, degli usi abitudini e custumi di un popolo di cui non conoscevo molto e di aver quanto meno cercato di collegare sottilmente le due religioni attraverso la figura della vergine Maria o Maryam che ricopre un ruolo fondamentale per tutti i credenti. Perche' il libro si chiami La mano di fatima questo lo lascio alla vostrà curiosità. Vi dico solo che è un simbolo antichissimo ed un gioiello....
lunedì 20 settembre 2010
LEZIONE SUL FILETTO
lunedì 13 settembre 2010
Manifestazione in via Cave.... Il nostro GAZEBO
Ieri siamo stati col nostro stand della FUCINA DELLE IDEE in via cave a preparare la pasta fatta in casa.... mi sono divertito tantissimo con Anna e Nicoletta.... e con i vari personaggi che di primo mattino sono venuti a visitarci... soprattutto una signora che ti taglia 50 voleva per forza farsi entrare un piumino 42.... ma dico la gente cosa ha a casa? gli specchi di legno? e poi in questo caso l'ultimo dei problemi sarebbe proprio stato l'abbigliamento. In ogni caso di pomeriggio sono arrivati i bambini e abbiamo fatto le tagliatelle ....con tanta pazienza :-)Ma uno più' di tutti era simpaticissimo e mi ha fatto morire dal ridere.... continuava a cantare le tagliatelle di nonna Pina che è morta di botto sniffando cocaina....
Qui siamo io e la Nico.... come potete notare si vede che io sono del leone e la Nicoletta è del cancro... io ruggisco invece lei ride sempre... ... dopo la visita di un vecchio che ha continuato ad assillarci sulla qualità dell'olio che stavamo usando e la mancanza di certificazione dello stesso (cosa non vera, comprato al Famila) CHE NOCE RAGAZZI!!!! ..... non sapevo se ridere o prenderlo col mattarello
mercoledì 8 settembre 2010
Ricomincia il corso di cucina
Come potete vedere ci siamo veramente dati da fare ieri sera, nuove pettorine e anche la bandana.
tutti mi hanno chiesto come mai nel mio blog non mi si vede mai ed allora per gli onori della cronaca eccomi qua insieme alla vittima preferita delle mie battute, Selena...
Ieri vitello in crosta di pasta sfoglia, al latte coi funghi e con l'uva e i peperoni.
Tutto fantastico e davvero buonissimo.
Nicoletta e Anna come sempre sono simpaticissime ed abbiamo anche due nuovi compagni .... un po' scioccati dall'atmosfera elettrizzante ed informale....
Ho le orecchie da elfo :-(
Ma siamo fighissimi lo stesso.....
tutti mi hanno chiesto come mai nel mio blog non mi si vede mai ed allora per gli onori della cronaca eccomi qua insieme alla vittima preferita delle mie battute, Selena...
Ieri vitello in crosta di pasta sfoglia, al latte coi funghi e con l'uva e i peperoni.
Tutto fantastico e davvero buonissimo.
Nicoletta e Anna come sempre sono simpaticissime ed abbiamo anche due nuovi compagni .... un po' scioccati dall'atmosfera elettrizzante ed informale....
Ho le orecchie da elfo :-(
Ma siamo fighissimi lo stesso.....
giovedì 2 settembre 2010
"La ragazza in blu" di Susan Vreeland
Un libro fatto di vari racconti che si intrecciano tra loro grazie all’unico vero protagonista: il quadro immaginario del pittore olandese Johannes Vermeer "la ragazza in blu".
L’opera, in realtà, è stata realizzata dal pittore americano Jonathan Janson (Girl in Hyacinth blue), ma l’autrice la attribuisce a Vermeer (di cui si conoscono solo 35 tele) e identifica la modella per questo ritratto in una delle figlie dell’artista, chiamata Magdalena. Partendo dal più recente possessore del dipinto, fino ad arrivare alla stessa Magdalena, si snodano quindi le storie delle persone che sono entrate in contatto con quell’opera, in un viaggio a ritroso nel tempo: brevi scorci di esistenze toccate dalla magia di un quadro di cui ognuno sottolinea qualche aspetto, ma che per tutti è espressione di un’emozione, un modo di essere.
Molteplici interpretazioni si fondono con le vicende dei personaggi che si focalizzano ora su un particolare ("Ha l’occhio di perla…") ora sulla ragazza ("è come se aspettasse qualcuno. E la mano. Rivolta verso l’alto, così delicata. Pare che chieda di essere baciata) ora sull’atmosfera che ispira (lo chiamò "Splendore mattutino")… ma la verità è una sola,rivelata alla fine del libro dai pensieri della protagonista del quadro: "Dei suoi modelli il pittore coglieva lo sguardo, la particolare inclinazione del capo, la solitudine, la sofferenza, il dolore e li trasmetteva a tanta gente che avrebbe continuato a vederli nel corso del tempo, senza mai incontrare faccia a faccia le persone ritratte sulla tela. Gente che l’avrebbe osservata da vicino, pensò, che l’avrebbe guardata intensamente, ma che di lei non avrebbe mai saputo nulla".
Le storie in cui si dipana il travagliato viaggio del dipinto si combinano abbastanza bene grazie a piccoli particolari inseriti tra un racconto e l’altro che, se si sanno cogliere, rimandano alla vicenda precedente. Gli ultimi due racconti soffermano sulla figura del pittore (di cui si sa poco) e della figlia (di cui si sa ancora meno) presentandoci la vita a casa dell’uomo e alcune delle sue opere più note, assieme alla sua concezione della pittura come "unico modo per tentare di conoscere". La figlia è vista nel suo rapporto frastagliato col padre, spesso assente, ma che lei ammira tanto da desiderare di poter dipingere come lui "la bellezza, lo spazio, la luce, l’aria stessa.." La conclusione poi, è magistrale.
Una nota di rilievo merita lo stile multiforme dell’autrice, capace di passare dal tono affettato e frivolo di una nobildonna che rinuncia alle apparenze a quello conciso ma lacerante del diario di un giovane studente la cui amante viene impiccata. Uno stile che, adattandosi alle diverse situazioni, riesce ad evocare personaggi di consistenza quasi reale e rende la lettura più vivace e penetrante. Un romanzo con più registri che regala più di un’emozione.
L’opera, in realtà, è stata realizzata dal pittore americano Jonathan Janson (Girl in Hyacinth blue), ma l’autrice la attribuisce a Vermeer (di cui si conoscono solo 35 tele) e identifica la modella per questo ritratto in una delle figlie dell’artista, chiamata Magdalena. Partendo dal più recente possessore del dipinto, fino ad arrivare alla stessa Magdalena, si snodano quindi le storie delle persone che sono entrate in contatto con quell’opera, in un viaggio a ritroso nel tempo: brevi scorci di esistenze toccate dalla magia di un quadro di cui ognuno sottolinea qualche aspetto, ma che per tutti è espressione di un’emozione, un modo di essere.
Molteplici interpretazioni si fondono con le vicende dei personaggi che si focalizzano ora su un particolare ("Ha l’occhio di perla…") ora sulla ragazza ("è come se aspettasse qualcuno. E la mano. Rivolta verso l’alto, così delicata. Pare che chieda di essere baciata) ora sull’atmosfera che ispira (lo chiamò "Splendore mattutino")… ma la verità è una sola,rivelata alla fine del libro dai pensieri della protagonista del quadro: "Dei suoi modelli il pittore coglieva lo sguardo, la particolare inclinazione del capo, la solitudine, la sofferenza, il dolore e li trasmetteva a tanta gente che avrebbe continuato a vederli nel corso del tempo, senza mai incontrare faccia a faccia le persone ritratte sulla tela. Gente che l’avrebbe osservata da vicino, pensò, che l’avrebbe guardata intensamente, ma che di lei non avrebbe mai saputo nulla".
Le storie in cui si dipana il travagliato viaggio del dipinto si combinano abbastanza bene grazie a piccoli particolari inseriti tra un racconto e l’altro che, se si sanno cogliere, rimandano alla vicenda precedente. Gli ultimi due racconti soffermano sulla figura del pittore (di cui si sa poco) e della figlia (di cui si sa ancora meno) presentandoci la vita a casa dell’uomo e alcune delle sue opere più note, assieme alla sua concezione della pittura come "unico modo per tentare di conoscere". La figlia è vista nel suo rapporto frastagliato col padre, spesso assente, ma che lei ammira tanto da desiderare di poter dipingere come lui "la bellezza, lo spazio, la luce, l’aria stessa.." La conclusione poi, è magistrale.
Una nota di rilievo merita lo stile multiforme dell’autrice, capace di passare dal tono affettato e frivolo di una nobildonna che rinuncia alle apparenze a quello conciso ma lacerante del diario di un giovane studente la cui amante viene impiccata. Uno stile che, adattandosi alle diverse situazioni, riesce ad evocare personaggi di consistenza quasi reale e rende la lettura più vivace e penetrante. Un romanzo con più registri che regala più di un’emozione.
di Elisa Modolo
Pubblicato sabato 10 luglio 2004 - NSC anno I n. 1
"La donna col vestito verde" di Stephanie Cowell
Quante volte abbiamo visto un dipinto di mensieur MONET e ci siamo fermati ad ammirane le pennellate, la bellezza sorprendente e la naturalezza, la sua capacità di cogliere l'attimo, lo sbrilluccichio della luce sulle superfici che dura solo un'istante e per questo eterno ed irripetibile. Ma chi era Monet e cosa lo spingeva a dipingere? Come era il suo carattere e quali sogni aveva quando da ragazzo si è trasferito a Parigi contro il volere del padre per vivere alla bohemiene insieme ai Suoi fratelli pittori, Pissaro, Bazille, Degas, Manet, Beguine, il suo mentore e primo maestro.
Il racconto scorre fluente e leggero, immergendoti nell'atmosfera sognante e burrascosa della Normandia, di Parigi, di le Havre, ma soprattutto nella nascita di una scintilla d'amore, la visione di Camille Donceaux alla stazione. L'incontro dopo alcuni anni alla libreria, la passione il desiderio, la devozione di Monet per la sua musa tanto da ritrarla continuamente nelle sue opere, da sola, col vestito verde, insieme alla sorella e Bazille nei boschi di Parigi e ancora col figlioletto a passeggio nei campi. Un'amore travolgente struggente a volte sofferto tanto da ritrarla sul letto di morte... un viaggio tra tele pennelli colori profumi rabbia e passione che solo i grandi pittori posso vivere, provare e sentire, trasportandoti all'interno dei dipinti, delle tele, degli occhi di chi osserva con l'immaginazione, la sensazione e lo stupore di un attimo d'eterno.
Il racconto scorre fluente e leggero, immergendoti nell'atmosfera sognante e burrascosa della Normandia, di Parigi, di le Havre, ma soprattutto nella nascita di una scintilla d'amore, la visione di Camille Donceaux alla stazione. L'incontro dopo alcuni anni alla libreria, la passione il desiderio, la devozione di Monet per la sua musa tanto da ritrarla continuamente nelle sue opere, da sola, col vestito verde, insieme alla sorella e Bazille nei boschi di Parigi e ancora col figlioletto a passeggio nei campi. Un'amore travolgente struggente a volte sofferto tanto da ritrarla sul letto di morte... un viaggio tra tele pennelli colori profumi rabbia e passione che solo i grandi pittori posso vivere, provare e sentire, trasportandoti all'interno dei dipinti, delle tele, degli occhi di chi osserva con l'immaginazione, la sensazione e lo stupore di un attimo d'eterno.
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