Alla mia nonnina

Alla mia nonnina: "C'è una poesia nel tempio, incisa nella pietra, intitolata "la mancanza". Ci sono solo tre parole ma il poeta le ha cancellate perché la mancanza non si può leggere, si può solo avvertire "

lunedì 23 agosto 2010

giovedì 19 agosto 2010

Il romanzo scorre abbastanza velocemente. Nonostante alcuni abbiano mosso delle critiche alla pesantezza di alcuni punti, non bisogna dimenticare che in ogni caso si presenta come romanzo storico e come tale necessita di riferimenti ed ancoraggi alla realtà effettuale.
I personaggi sono ben delineati, ma senza entrare troppo nel vivo della psicologia dei stessi, cosa che avrebbe tramutato il romanzo da storico in psicologico - introspettivo. A me ha ricordato a tratti un po' i Miserabili di Victor Hugo.
La trama è ricca ed abbastanza complessa da incuriosire il lettore, da spingerlo a chiedersi cosa succederà nelle pagine successive.
Il protagonista non penso sia Arnau il fratello Joan, la storia di fondo. Comune denominatore delle alterne vicende risulta essere il modus vivendi: qualora ci si impegni con onestà ed amore verso le cose in cui si crede non vi sono ostacoli al perseguimento degli obiettivi e all'amore e al rispetto che gli altri possono inaspettatamente riservarci. Un insegnamento che va da Bernart al Figlio, agli amici ebrei, ad Aledis, all'amore di una madre che accetta l'anonimato per salvaguardare l'incolumità del figlio. Il libro inoltre offre spunti di studio e di curiosità dell'ambiente ispanico del 1300, dei costumi, delle abitudini alimentari, dell'abbigliamento e dell'architettura. La cattedrale di Santa Maria del Mar diviene simbolo di un popolo, dell'orgoglio nazionale e dello scrittore stesso, il frutto del sacrificio della gente comune che unita dalla spirito campanilistico e dalle necessità si abbraccia per un ideale comune, che a tratti divene prevaricante, prepotente ed ottuso trasformandosi in razzismo verso gli ebrei, in Inquisizione, in ingiustizia.
Prova di onestà intellettuale le ultime pagine ove sono riportate le fonti storiche di spunto della narrazione.
Come primo libro... più che bravo!