Alla mia nonnina

Alla mia nonnina: "C'è una poesia nel tempio, incisa nella pietra, intitolata "la mancanza". Ci sono solo tre parole ma il poeta le ha cancellate perché la mancanza non si può leggere, si può solo avvertire "

martedì 11 ottobre 2011

un giudizio?

Ultimamente mi sono applicato nei momenti di meditazione o solitudine su un concetto che sento ripetuto in tutte le salse e dalle più svariate angolazioni o persone: la necessità o l'obbligatorietà dell'esimersi da qualsiasi tipo di giudizio.


il non giudicare


sono andato sul dizionario etimologico per capire l'essenza, la nascita ed il significato ontologico del termine stesso

nonostante come al solito io possa sembrare bastian contrario non mi trovano assolutamente d'accordo i sostenitori della teoria del mancato giudizio.


Siamo inseriti tutti in un contesto in cui le azioni, gli atteggiamenti e i comportamenti creano altrettante reazioni, indipendentemente dal valore positivo o negativo che si possa loro attribuire.


Se esprimere un giudizio vuol dire emettere una sentenza di condanna o di assoluzione di un fatto o un atteggiamento questo non mi trova concorde in quanto nessuno di noi si trova o può porsi su una scala o un livello superiore rispetto agli altri; qualora pero' giudicare implichi semplicemente esprimere la propria opinione riguardo ad un fatto e prendere una posizione netta in base ad una scala di valori che ciascuno ha, allora penso questo sia più che giusto e legittimo e soprattutto implichi una maturità' e una indipendenza di pensiero che fanno onore e distinguono la persona stessa dal gregalismo massificato in cui tutti versano dove il grigio sembra essere "cool", non esiste più' il bianco o nero ma la nebbia indefinita' di una moralità confusa dai contorni sfocati, talmente elastica da essere adattata di continuo per coprire le più' o meno grandi incapacità di affrontare la vita con fare deciso e risoluto.


Detto questo forse la mia posizione si pone ancora a livello piu' estremo in quanto ritengo che sussistanto dei valori universalmente validi di civilta' di convivenza e correttezza dai quali universalmente e assolutamente non si puo' prescindere. Se esprimere un giudizio su un comportamento, anche uno tenuto da noi stessi , vuol dire prendere una posizione in merito, prenderne le distanze e scegliere di essere diverso, di non essere simile a qualcosa che non si condivide affatto, allora bene venga il giudizio come senso critco.


Da ciò' che non ci piace almeno possiamo imparare come vogliamo scegliere di non essere.

4 commenti:

  1. allora: giudicare é istintivo, sentenziare é patologico! e cmq nel dizionario esiste anche termine "tolleranza" che a mio parere si fidanza bene con "intelligenza".
    Oca!!!

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  2. nel mondo non ci sono mai state due opinioni uguali. non più di quanto siano mai stai due capelli o due grani identici: la qualità più universale e la diversità.

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  3. l'importante e' pensare.... almeno!!!

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  4. la vita è breve, l'arte vasta, l'occasione istantanea,l'esperienza ingannevole,il giudizio difficile. la critica è un fucile molto bello:deve sparare raramente! baci sei sempre unico:-)

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