Alla mia nonnina

Alla mia nonnina: "C'è una poesia nel tempio, incisa nella pietra, intitolata "la mancanza". Ci sono solo tre parole ma il poeta le ha cancellate perché la mancanza non si può leggere, si può solo avvertire "

lunedì 14 giugno 2010

Irène Némirovsky

Irene Nemirovsky
è capace di descrivere con estrema lucidita' e serena pacatezza i moti dell'animo, le pulsioni più profonde e a volte più intime, infime, egoistiche, leggere, delle quali negheremmo l'esistenza persino a noi stessi pur di continuare a vivere nella nostra beata quotidianeità che ci rendi sicuri, al riparo dagli scossoni del cuore.
Nel calore del sangue si intrecciano amori, giovinezza, pulsioni, perbenismo, in una rete di relazioni cittadine intrise dal perbenismo e dall'ottusità contadina. Magnifico il passaggio in cui scrive che le persone per la prima parte della loro vita cercano con tutte le forze di piegare la realtà al loro volere, ma dopo si arrendono e dai quaranta ai sessanta vivono in una sorta di disincantata pace e serenità, conservando le energie per la battaglia degli anni a venire, quella contro la morte. In Due, l'amore coniugale si colora di note di sicurezza, dolcezza e complicità, come se fosse altro dalla passione, altro dal furore giovanile, una sorta di traguardo che ti mette al sicuro su un argine, calmo, a volte piatto e senza vitalità, ma sicuro in ogni caso.... dal quale guardare ancora quelli che si affannano nel torrente degli amori cercando di raggiungere la riva, li guardiamo, sorridiamo con comprensione e un pizzico di soddisfazione, forse perchè noi ce l'abbiamo fatta.... ma abbiamo già dimenticato com'era bello nuotare prima....
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